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Rischio d'indebitamento e usura: Bolzano la più virtuosa, Napoli ultima. Roma al 59esimo posto fra le province italiane

Roma, 22 luglio 2013 - È aumentato, negli ultimi tre anni il rischio, per le imprese, di cadere vittime nell'usura. Non solo per le micro realtà, ma anche per quelle più strutturate. È l’effetto combinato di una serie di fattori, quali la recessione economica, il razionamento dell'accesso al credito, l’accumulo di sofferenze e insolvenze. Nella mappa della “vulnerabilità” - che emerge dallo studio della Camera di Commercio di Roma (“Indebitamento patologico e credito illegale nella crisi attuale”) curato dal sociologo Maurizio Fiasco - la più esposta è Napoli, la più tranquilla Bolzano. Milano e Roma peggiorano.
Lo studio della CCIAA di Roma è la seconda tappa di un’attività di ricerca volta a dimensionare il grado di esposizione delle nostre imprese al rischio di usura quale diretta conseguenza dell’indebitamento patologico. Il notevole sforzo di osservazione compiuto nelle due edizioni della ricerca consente di evidenziare il disagio in cui versano le imprese, testimoniato dalla numerosità dei fallimenti dichiarati e dall’aumento delle sofferenze bancarie che, solo a Roma e provincia, superano il 10% del totale nazionale.

Il quadro regionale

Nell’edizione basata sui dati 2010, la posizione di Roma mostrava una netta distanza da quella delle altre province del Lazio. Roma si trovava al 47esimo posto, 20 posizioni dopo si rilevava Rieti, quindi al 75º rank Viterbo e, agli ultimi posti, Latina, 80esima e Frosinone, 82esima: a rimarcare un differenziale di rischio tra la provincia che ospita la Capitale, quelle del Lazio settentrionale e, infine, quelle del Lazio meridionale.
Nella presente edizione, basata sui dati del 2012, la Capitale scende di ben 12 posizioni nella classifica nazionale (quindi si colloca al 59esimo posto), ma la distanza con le altre province si riduce. Rieti la segue di 4 posizioni (63esimo posto), Viterbo si trova al 72esimo posto. Frosinone e Latina, tra loro ravvicinate, sono rispettivamente all’88esimo e al 92esimo posto. È interessante, però, notare che, se la distanza tra Roma e Latina in punti si riduce ad appena 99 millesimi (da 186 nel risultato sui dati 2010), la collocazione, in graduatoria nazionale, vede la Capitale scendere dal 47esimo posto al 59esimo e perdere 227 punti millesimali, mentre le province del Lazio settentrionale scalano entrambe 3 posizioni: Rieti passa dal rank 66 al 63, Viterbo dal rank 75 al 72: pur perdendo, entrambe, oltre 100 millesimi (rispettivamente 127 e 121).
Le due province meridionali della regione (Latina e Frosinone) peggiorano la collocazione: la provincia Pontina di 12 posizioni (dall’80 al rank 92) e quella di Frosinone di 6 posti con - 48 millesimi e da 82esima scende a 88esima, con -142 millesimi. Questa immagine d’insieme attesta, se ce ne fosse ancora bisogno, l’impatto pesante della crisi finanziaria, che nel Lazio ha mostrato i suoi segni più duri un biennio dopo l’onda d’urto provocata dal fallimento della banca d’affari “Lehman Brothers” (2008) sulle economie dell’Europa, in generale, e dell’area Euro in particolare.

La ricerca completa è disponibile sul sito internet www.rm.camcom.it.





 

22-07-2013
ultima modifica: lunedì 22 luglio 2013
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