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Comunicati stampa

Dichiarazione di Pietro Abate, Segretario Generale della CCIAA di Roma

In merito a quanto riportato in data odierna dal Corriere della Sera, ritengo doveroso smentire fermamente le gravi illazioni attribuite al Dott. Cerra.
Nel rispetto dell’operato, peraltro ancora in itinere, della Regione Lazio cui compete la determinazione del grado di rappresentatività delle Organizzazioni imprenditoriali nei vari settori di attività economiche in seno al Consiglio camerale, non ritengo opportuno fornire indicazioni numeriche puntuali sulle attività istruttorie svolte dalla Camera di Commercio di Roma nell’ambito delle procedure di rinnovo del medesimo. Ci si limita a ricordare che complessivamente il numero di imprese dichiarate e controllate è stato di oltre 73mila unità.
Allo stesso tempo, come già ribadito in più occasioni, voglio evidenziare che la Camera ha proceduto ad effettuare controlli rigorosi in ottemperanza a quanto previsto dal D.M. 4 agosto 2011 n. 156 e dai successivi pareri e circolari interpretative dello stesso Ministero dello Sviluppo Economico, che completano il quadro normativo in materia. Nello specifico, gli stessi riguardano sinteticamente:
• Controlli formali sulle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà presentati dalle Organizzazioni Imprenditoriali, volti a verificare la correttezza, la completezza e la regolarità formale della documentazione prodotta.
• Controlli puntuali e sostanziali sugli elenchi delle imprese dichiarate dalle Organizzazioni Imprenditoriali, volti a verificare la presenza nei medesimi elenchi di irregolarità delle seguenti fattispecie:
1. imprese cessate al 31/12/2014;
2. imprese iscritte all’Albo delle Imprese Artigiane al 31/12/2014 e dichiarate nei settori “Agricoltura”, “Commercio” e “Industria”;
3. imprese cooperative dichiarate nei settori “Agricoltura”, “Commercio” e “Industria”;
4. imprese non iscritte all’Albo delle Imprese Artigiane al 31/12/2014 e dichiarate nel settore “Artigianato”;
5. imprese non cooperative dichiarate nel settore “Cooperative”;
6. imprese aventi codice ATECO non compatibile con il settore per il quale sono state dichiarate;
7. imprese iscritte e/o annotate nel Registro delle Imprese di altra provincia;
8. imprese iscritte e/o annotate nel Registro delle Imprese in data successiva al 31/12/2014;
9. imprese dichiarate con Codice Fiscale e Numero REA non congruenti o comunque affette da altre irregolarità materiali;
10. imprese dichiarate all’interno di uno stesso elenco con numero di localizzazioni superiore a quelle effettivamente iscritte nel Registro delle Imprese al 31/12/2014 (c.d. duplicate negli elenchi);
11. imprese dichiarate dalla stessa Organizzazione in più settori con numero di localizzazioni superiore a quelle effettivamente iscritte nel Registro delle Imprese al 31/12/2014 (c.d. duplicate tra settori).
• Controlli a campione sugli elenchi delle imprese dichiarate dalle Organizzazioni Imprenditoriali (in misura minima del 5%), volti ad accertare:
1. la regolare iscrizione delle imprese alle Organizzazioni imprenditoriali alla data del 31/12/2014;
2. l’avvenuto versamento di almeno una quota associativa nel biennio 2013-14.
Inoltre, tutte le comunicazioni inerenti alla trasmissione, da parte della Camera, dei dati ufficiali sono avvenute tramite posta elettronica certificata, con relativa tracciatura nel protocollo informatico, al fine di garantire la massima trasparenza e imparzialità.
Pertanto, i controlli da parte dell’Istituzione sono stati rigorosi e puntuali, perché riguardanti autodichiarazioni e autocertificazioni sottoscritte dai legali rappresentanti delle Associazioni, assicurando la massima collaborazione, assistenza e informazione, sempre ed esclusivamente procedendo secondo le disposizioni di legge.
In uno Stato di diritto nessuno è al di sopra delle regole e, pertanto, i controlli debbono essere imparziali ed eseguiti rigorosamente secondo le procedure di legge.
Dispiace e amareggia constatare, ancora una volta, che in ogni occasione in cui la Pubblica Amministrazione agisce effettuando controlli rigorosi e puntuali, gli stessi vengano strumentalizzati per dare adito a pretestuose polemiche, sulle quali non vogliamo minimamente entrare.
Accostare tale modus operandi, ispirato da principi di legalità e legittimità, alle vicende di stampo mafioso non è solamente irrispettoso dell’Istituzione camerale e della professionalità del Segretario generale, ma rappresenta quanto di più lontano dalla realtà dei fatti per come si sono manifestati. Tali dichiarazioni infondate rafforzano il sentimento di appartenenza ad una Istituzione che fa della legalità la propria ragione di essere.
Infine, pertanto, ho dato mandato ai legali di fiducia dell’Ente di valutare la sussistenza degli estremi per adire alle vie legali, sia in sede penale che civile.

11-06-2015
ultima modifica: giovedì 11 giugno 2015
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