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Quattordicesima giornata dell'Economia: presentazione dei dati economici di Roma e provincia

Roma, 23 maggio 2016 - Un saldo positivo delle imprese (il più alto in Italia), una sostanziale stabilità del mercato del lavoro, ma preoccupa la perdurante difficoltà dell’economia romana di creare ricchezza (calo del valore aggiunto pro-capite del 6,9% in cinque anni a prezzi correnti) e di aumentare il volume delle esportazioni. La fotografia dell’economia romana – secondo le analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Roma diffuse in occasione della Quattordicesima Giornata dell’Economia – presenta qualche chiaro segnale di ripresa, ma ancora varie zone d’ombra.
Sistema imprenditoriale
Al 31 dicembre 2015 le imprese registrate presso la Camera di Commercio di Roma sono 478.189 unità (il 7,9% del totale nazionale), Roma si conferma la prima provincia d’Italia per numero di imprese registrate. Il tasso di variazione dello stock fa rilevare un +1,2% a fronte di una media nazionale di +0,3%.
A fine 2015, il tasso di crescita delle imprese romane – calcolato al netto delle cancellazioni d’ufficio, per depurare il dato dalle cessazioni “amministrative” – si attesta al 2%, a fronte di un tasso medio nazionale pari al +0,7%.
Il saldo tra iscrizioni e cessazioni (sempre al netto delle cancellazioni d’ufficio) conferma il sistema imprenditoriale romano al primo posto, con un incremento di 9.672 imprese (-7% rispetto al 2014, pari a 726 imprese in meno), mentre nella graduatoria provinciale per tasso di crescita Roma si attesta al secondo posto.
L’analisi della dinamica delle diverse componenti imprenditoriali evidenzia il contributo ormai fondamentale dell’imprenditoria straniera alla performance locale: +2.703 unità, per una variazione percentuale pari al +4,7%, seppur dimezzata rispetto allo scorso anno (Italia: +5,0%). Positiva e superiore alla media del sistema produttivo considerato nel complesso risulta anche la variazione delle imprese femminili romane (+1,6%; +1.553 unità).
Diminuiscono, invece, per la prima volta negli ultimi anni, le imprese giovanili (-1,3%; -587 unità), allineandosi al dato nazionale, peraltro in costante contrazione negli ultimi 4 anni.
Al 31 marzo 2016 la base imprenditoriale romana ha toccato le 479.113 unità.

Le forme giuridiche d’impresa
Le società di capitale si confermano, con il 45,7% (Italia 25,4%) del totale, la prima forma giuridica d’impresa e anche quella che maggiormente contribuisce all’aumento delle imprese: 8.000 unità per un tasso di crescita del +3,8% rispetto al 2014 (Italia: +3,6%).
Aumentano anche le imprese classificate come “Altre forme” (coop., consorzi, etc.): +2,7% (+542 unità), dopo la flessione registrata lo scorso anno.
Diventa negativa, invece, la variazione delle imprese individuali provinciali, in diminuzione dello 0,2% (-343 unità), in linea con l’andamento nazionale (-0,5%). Prosegue, poi, la costante contrazione delle società di persone che, negli ultimi dodici mesi, perdono in provincia di Roma 2.381 unità (-4,1%; -2,3% in Italia).

Settori produttivi
Il sistema imprenditoriale romano si caratterizza per una predominanza del settore dei “Servizi” che negli ultimi dodici mesi, con un incremento dell’1,1% (+3.299 unità), continua a essere il motore della crescita rilevata nel sistema.
I tre settori con il maggior numero di imprese registrate sono: commercio con 125.816 imprese (pari al 26,3% del totale), costruzioni con 65.652 (pari al 13,7%) e alloggio e ristorazione con 35.069 imprese (7,3%).
Nel dettaglio e con riferimento alle attività economiche di maggior rilevanza numerica per numero di imprese registrate, gli incrementi più significativi si registrano nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio, supporto alle imprese: +4,5% (+1.165 unità); nelle attività di alloggio e ristorazione: +3,6% (+1.210 unità); nei servizi di informazione e comunicazione: +1,9% (+347 unità). Pressoché stabile il commercio (+48 unità).

Artigianato
Al 31 dicembre 2015 risultano iscritte all’Albo delle imprese artigiane di Roma 68.756 imprese, pari al 5,1% dell’artigianato nazionale.
Non accenna ad arrestarsi il progressivo depauperamento della base produttiva artigiana, in flessione a Roma per il terzo anno consecutivo (-1,9%) per una perdita di ulteriori 1.350 imprese.
La decrescita viene spiegata da una generalizzata sofferenza che continua a insistere sui comparti a maggior presenza artigiana: attività manifatturiere (-325 unità, -2,8%), trasporto e magazzinaggio (-515 unità, -6,5%), costruzioni (-375 unità, -1,4%) e altre attività di servizi (-107 unità, -0,9%). Si conferma, invece, il trend positivo che da qualche anno interessa le attività dei servizi di noleggio, agenzie di viaggio e supporto alle imprese: +3,5% (+102 unità).

Start up innovative
Al 2 maggio 2016 si registrano, a Roma, 492 start up innovative (8,7% del totale Italia). Il numero di start up innovative cresce in termini percentuali a un ritmo più sostenuto nella provincia di Roma, dove si registrano 163 start up innovative in più (+49,5%, Italia +43,3%) rispetto all’11 maggio dello scorso anno, di cui ben 150 con sede nel comune di Roma.
Si tratta perlopiù di società di piccole dimensioni con un numero di addetti inferiore o uguale alle 4 unità, costituite per l’81,9% del totale in forma di “Società a responsabilità limitata” e aventi un capitale sociale inferiore a 50mila euro nel 90,5% dei casi (Italia: 87%).
Con riferimento alle 212 start up provinciali delle quali si può disporre dei bilanci di esercizio, l’analisi dell’ammontare del valore prodotto nell’ultimo anno evidenzia come oltre il 73% di esse si posizioni sotto la soglia dei 100mila euro, mentre il 25,9% ha fatto registrare un valore della produzione compreso nell’intervallo 100mila - 500mila euro.
Sotto il profilo settoriale, l’85% delle start up presenti sul territorio provinciale al 2 maggio 2016 opera nel comparto dei “Servizi” (Italia: 75,4%;). Ancora marginale, invece, il fenomeno in questione per gli stranieri a Roma: al 2 maggio 2016 sono solo 14 (2,8% sul totale) le start up innovative con compagine societaria a prevalenza straniera.

Lavoro
Secondo i dati Istat il mercato del lavoro della provincia di Roma, nel 2015, vede il tasso di disoccupazione medio annuo scendere al 10,7% (Italia 11,9%) dall’11,3% del 2014: un dato in diminuzione, ma comunque molto più alto rispetto ai valori pre-crisi del 2007 (5,8%). Le persone in cerca di occupazione sono 211mila in contrazione del 6,2% rispetto al 2014.
Gli occupati sono 1 milione 771mila in aumento dello 0,3% rispetto al 2014. Il tasso di occupazione sale al 61,5% (Italia 56,3%) rispetto al 61,3 del 2014.
Torna a crescere la compagine degli inattivi a Roma: +1,8%, mentre a livello nazionale si registra uno 0,6% in meno rispetto all’anno precedente. L’analisi dell’occupazione per macroattività economica di riferimento evidenzia a Roma il ruolo predominante del settore dei servizi, nel quale è occupato l’87% dei lavoratori romani.

Valore aggiunto
Recenti elaborazioni di fonte Unioncamere e Istituto “Guglielmo Tagliacarne” quantificano il valore aggiunto 2015 (a prezzi correnti) per la provincia di Roma in 138 miliardi e 925,1 milioni di euro (9,4% del totale Italia).
L’analisi del contributo alla produzione di valore aggiunto per branca di attività (disponibile solo sul 2014) conferma la centralità del settore dei “servizi” nell’economia romana, con un contributo alla produzione provinciale pari all’86,8% e un’incidenza dell’11% sul corrispondente totale nazionale.
Analizzando le restanti componenti settoriali del tessuto produttivo romano si evidenziano le seguenti dinamiche: “agricoltura, silvicoltura e pesca” oltrepassa di poco la soglia dei 500 milioni di euro, contribuendo in minima parte (0,4%) alla formazione del valore aggiunto totale; l’”industria” fa registrare un valore aggiunto di 17,5 miliardi pari al 9% del totale provinciale (media Italia 23,5%). Perdura la fase di difficoltà del settore che registra una contrazione del 5,4% rispetto al dato del 2013, un decremento imputabile soprattutto al settore delle costruzioni.
In riferimento al valore aggiunto pro-capite, l’elaborazione effettuata dall’Istituto “Guglielmo Tagliacarne” su dati Istat conferma la migliore performance di Roma rispetto alla media nazionale, con un differenziale che si attesta su un ammontare di oltre 7.800 euro (Roma 31.993 euro vs Italia 24.107 euro). Negli ultimi anni (2010-2015) il valore aggiunto pro-capite romano ha registrato una flessione, a valori correnti, del 6,9%, a fronte di una diminuzione dell’1,1% in Italia.

Commercio con l’estero
Secondo i dati Istat, sebbene la performance dell’export romano si sia rivelata decisamente deludente nell’ultimo trimestre (1.846 milioni di euro), il dato complessivo del 2015 segna una variazione tendenziale positiva del 3,1%, arrivando a sfiorare gli 8 miliardi di euro. L’incremento tendenziale delle importazioni provinciali, superiore a quello dell’export sia in termini assoluti che percentuali, accresce il disavanzo commerciale romano portandolo a -9,6 miliardi di euro. Archiviato il biennio 2013-2014, in cui l’export romano ha palesato chiari segnali di sofferenza (-8,4% nel 2013 e - 8% nel 2014), torna dunque a crescere l’ammontare annuale – a prezzi correnti – delle vendite oltreconfine, grazie ad aumenti pressoché generalizzati a livello geografico, con le uniche due eccezioni rappresentate dalla ripartizione “Oceania e altri territori” e Asia orientale. Nonostante il calo annuale del 9%, la Germania si conferma il principale mercato di sbocco per l’export romano con un valore di oltre 1 miliardo di merci vendute, il cui 53,7% è rappresentato da “prodotti chimici”; tuttavia, la contestuale crescente attrattività del “made in Italy” nei confronti degli Usa (+4,6% rispetto al 2014) fa sì che si assottigli la distanza con il paese tedesco riducendosi a soli 93,5 milioni di euro. Meritano di essere sottolineati i rapporti proficui instaurati con Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, che si collocano rispettivamente in ottava e decima posizione.
L’export romano resta comunque in proporzione alla grandezza dell’economia molto basso; la propensione all’export della provincia di Roma è, infatti, solo del 5,7% a fronte di una media nazionale del 28,2%.

Credito
La dinamica di variazione del volume di depositi bancari e risparmi postali registrata a Roma (+7,2%) supera di 2,8 punti percentuali quella media nazionale.
Però, a differenza di quanto rilevato lo scorso anno, a Roma la dinamica positiva registrata nella raccolta si riflette solo in minima parte in quella degli impieghi totali che aumentano dell’1,3% appena, contro l’incremento del 5,6% registrato nel 2014.
Ma è la situazione degli impieghi alle imprese che a Roma mostra maggiormente il deterioramento della capacità di concessione di credito: dopo l’incremento dell’1,2% messo a segno nel 2014 che aveva “recuperato” la forte sofferenza nel credito alle attività produttive registrata nel 2013 (-10,2%), i finanziamenti concessi alle imprese tornano bruscamente in campo negativo, con un contrazione del 5,1%.

Turismo
I dati pubblicati dall’EBTL (Ente Bilaterale del Turismo del Lazio) fanno rilevare incrementi che si attestano al +4,38% per gli arrivi (17.092.211 complessivamente, tra esercizi alberghieri e complementari) e al +3,71% per le presenze (40.378.870 nel complesso). Il flusso turistico si è orientato in maggior misura verso gli esercizi alberghieri, facendo rilevare un incremento del 4,49% negli arrivi e del 4,01% nelle presenze. Proprio con riferimento agli esercizi alberghieri, differenziando l’analisi secondo la provenienza dei turisti, la dinamica complessiva, seppur in leggera flessione nel passo di variazione, risulta sostenuta essenzialmente dal turismo straniero che fa rilevare una crescita del 5,1% negli arrivi e del 4,6% nelle presenze. Rallenta del resto anche la performance della componente italiana rispetto allo scorso anno, in misura maggiore per gli arrivi che per le presenze, mettendo a segno, rispettivamente, incrementi del 3,6% (1 punto percentuale in meno rispetto al 2014) e del 2,8% (-0,6 punti percentuali).
Resta, però, ancora bassa la permanenza media dei turisti a Roma e provincia: “solo” 2,4 giorni.



Sul portale camerale, all’indirizzo www.rm.camcom.it, nella sezione “Economia e statistica - Le giornate dell'economia”, l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Roma rende disponibile, come di consueto,
la consultazione de “Il sistema economico della provincia di Roma”, dossier nel quale vengono approfondite le caratteristiche strutturali e le dinamiche evolutive del sistema economico locale




Ufficio Stampa Camera di Commercio di Roma - tel. 066781178 - ufficiostampa@assetcamera.it - www.rm.camcom.it

23-05-2016
ultima modifica: lunedì 23 maggio 2016
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