Sezione salto di blocchi

Roma in cifre

27-03-2018
La crisi dell'industria manifatturiera a Roma: perse 2.445 imprese dall'inizio del decennio

Prosegue il depauperamento dello stock di imprese operanti in attività del settore manifatturiero nel territorio metropolitano di Roma: nel periodo che va dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2017, la consistenza delle imprese registrate è passata da 27.011 a 24.566 unità (vedi Allegato), che si traduce in una riduzione del 9,1% (-2.445 imprese).
Il dato è tanto più significativo se si considera il fatto che, nell’intervallo temporale analizzato, il tessuto imprenditoriale romano nel suo complesso è, invece, cresciuto del 13,2% (+57.366 imprese registrate).
La crisi nazionale ed internazionale, il cui inizio si colloca nel primo decennio del secolo, ha colpito trasversalmente i diversi settori dell’industria manifatturiera romana con una contrazione nella numerosità delle unità produttive che raggiunge picchi significativi – in valore assoluto – nelle seguenti attività economiche:

  • “Industria dei prodotti in legno, sughero (esclusi mobili) e paglia”: -605 imprese (-27,5%);
  • “Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzat.)”: -421 imprese (-10,9%);
  • “Stampa e riproduzione di supporti registrati”: -341 imprese (-15,8%).

I soli comparti che, al contrario, hanno sperimentato una dinamica positiva, in termini strettamente numerici, sono l’industria alimentare (+8,8%), delle bevande (+10,7%) e, soprattutto, quello afferente a “Riparazione, manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature”, cresciuto del 54,3% con +597 imprese.
Quanto invece all’articolazione delle imprese manifatturiere per forma giuridica, si è assistito – in linea con quanto avvenuto per il tessuto imprenditoriale romano nel suo complesso – ad una lenta, ma progressiva, emorragia che ha riguardato le imprese individuali e le società di persone, la cui numerosità si riduce, rispettivamente, di 1.661 e 1.568 unità.
Crescono, di contro, le società di capitale, non solo in percentuale sul totale, ma anche in valore assoluto, passando dalle 10.194 unità di fine 2009 a poco più di 11 mila a fine 2017, a dimostrazione di come la ridotta dimensione aziendale rappresenti spesso (ma non sempre) un ostacolo alla capacità di competere in un contesto di mercato, quale quello industriale, dove si assiste in molti casi a riposizionamenti attraverso integrazioni verticali e/o orizzontali e che è sempre più esposto alla concorrenza internazionale dei Paesi emergenti. 
In tal senso, il “Piano Industria 4.0”, varato dal Governo all’interno della Legge di Bilancio 2017, attraverso direttrici chiave, quali incentivi agli investimenti e all’innovazione tecnologica, misure a favore di una maggiore produttività degli impianti e dei processi ed impulso alla spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione, può rappresentare una fondamentale occasione di rilancio per l’imprenditoria manifatturiera nazionale e locale affinché essa possa trarre vantaggio dai nuovi scenari offerti dalla “Quarta Rivoluzione Industriale”.
In un contesto caratterizzato da un lungo periodo di recessione economica e da forti pressioni competitive provenienti dai mercati esteri, la resilienza opposta da molte imprese italiane e romane è passata anche attraverso il potenziamento dell’attività di export. 
Pur non essendo una provincia caratterizzata da una spiccata propensione all’esportazione, Roma riesce, tuttavia, a realizzare importanti performance di vendita oltreconfine con riferimento a specifici prodotti del settore manifatturiero, tra cui vale la pena citare: “Sostanze e prodotti chimici” e “Mezzi di trasporto”, rispettivamente con 1.371 e 975,2 milioni di euro in valore di merci esportate al 3° trimestre del 2017.

ultima modifica: martedì 27 marzo 2018