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Cresce il contributo del Partenariato pubblico privato per la realizzazione delle grandi opere e ...
Settore: Convegno Project Financing
Cresce il contributo del Partenariato pubblico privato per la realizzazione delle grandi opere e per la riqualificazione urbana. La crescita del PPP in Italia nell’ultimo triennio E’ di circa 12 miliardi e 700 milioni di euro il valore potenziale (gare attivate e avvisi di preselezione) del mercato italiano del Partenariato Pubblico Privato. E’ quanto emerge dai dati relativi all’anno 2004 dell’Osservatorio nazionale sul Project Financing, promosso dal Ministero dell'Economia, dall’Unità Tecnica Finanza di Progetto del CIPE, da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Roma e realizzato da AeT - Ambiente e Territorio, Azienda Speciale della CCIAA di Roma, in collaborazione con CRESME e Tecnocons. Un valore che è andato progressivamente aumentando nell’ultimo triennio. L’anno della svolta è stato il 2003: con 1.094 iniziative che prevedono forme di partenariato pubblico-privato, contro le 579 del 2002. Il loro valore complessivo è stato di oltre 8,3 miliardi di euro, contro i 3,3 miliardi dell’anno precedente. La crescita del numero è stata dell’89%. Ancora più rilevante la percentuale relativa agli importi: +154%. La dimensione media dei lavori è cresciuta del 18%. Dopo l’esplosione del 2003, nel corso del 2004 si assiste ad un’ulteriore accelerazione: con un aumento del 50,5% del numero e del 52% del valore. Partenariato e grandi opere Di fronte ad un mercato dei lavori pubblici che si sta caratterizzando per un aumento della dimensione media delle opere, cresce l’incidenza del Project Financing proprio tra le opere di maggiori dimensioni. Il valore delle opere di importo superiore ai 10 milioni è, infatti, cresciuto progressivamente nel triennio, passando a rappresentare il 40% nel 2002, il 53% nel 2003 e sfiorando il 60% nell’ultimo anno. Per quanto riguarda il partenariato pubblico privato l’incidenza delle grandi opere è decisamente superiore alla media del mercato dei lavori pubblici. Se, infatti, complessivamente nel triennio 2002 – 2004, rispetto al totale del mercato italiano dei lavori pubblici la quota delle opere di importo superiore ai 10 milioni di euro è stata complessivamente dell’1%, tra le opere dove si registrano forme di partenariato essa diventa dell’8%. In valore le grandi opere rappresentano all’interno del mercato del PPP l’84,8%, contro il 52% della media del mercato. Ne consegue che le opere per le quali si ricorre a procedure che vedono coinvolti soggetti privati sono di dimensioni decisamente superiori a quelle del mercato tradizionale. Ciò comporta altresì che il ruolo del Partenariato pubblico privato è assai più rilevante nell’ambito delle grandi opere rispetto al peso che si riscontra rispetto all’intero mercato dei lavori pubblici. Se, infatti, questo nuovo mercato rappresenta numericamente, mediamente nel triennio, meno del 2% sul totale delle opere pubbliche, la sua quota sale al 14,5% se confrontato soltanto con il segmento delle opere di importo superiore ai 10 milioni. In valore, il rapporto PPP mercato complessivo nello stesso periodo risulta dell’11,2%, mentre nell’ambito delle grandi opere diventa 19%. Il PPP e la “Legge Obiettivo” A partire dal 2002 il mercato dei lavori pubblici ha decisamente subito un effetto “legge obiettivo”, determinato dal valore delle opere strategiche sul totale del mercato e dalla diffusione di nuove procedure. Dal 2002 ad oggi il valore del mercato “strategico” posto in gara è stato di 22 miliardi e 238 milioni di euro, pari al 42% del totale del mercato delle grandi opere. Nel triennio hanno raggiunto la fase di affidamento 54 grandi opere, pari al 7,5% del totale, per un valore di 6 miliardi e 740 milioni, pari al 25,7% del totale del valore complessivo. Il peso quindi della legge obiettivo in termini di mercato reale è pari a un quarto del totale delle grandi opere avviate nel triennio. In merito agli effetti della “legge obiettivo” come strumento di innovazione procedurale e per la spinta verso elementi in grado di accentuare un’evoluzione verso un bipolarismo di mercato, va sottolineato soprattutto l’effetto di quelle procedure volte ad accelerare i tempi di progettazione e di gestione dell’appalto, attraverso un aggregazione di funzioni in uno stesso soggetto (appalto integrato e general contractor). Nel triennio considerato, delle oltre mille opere di importo superiore ai 10 milioni di euro, circa il 60% è stato espletato con la procedura tradizionale dell’appalto di sola esecuzione. Questa percentuale scende al 53,7% nel caso delle opere inserite nel programma strategico regolato dalla legge obiettivo. Per quasi la metà delle opere (46,3%) si è fatto ricorso a procedure innovative, tra le quali in misura molto limitata al PPP. Per quanto riguarda le opere del programma strategico, per le quali si sta facendo ricorso al PPP, nel triennio sono state soltanto quattro – la piastra portuale di Taranto in project financing, aggiudicata nel febbraio di quest’anno; l’autostrada Asti – Cuneo in concessione ex articolo 19; la gara di qualificazione per un contratto di Engineering Procurement Construction per il terminale GNL di Brindisi; la ricerca di socio per la costituzione di una società di scopo per la gestione degli impianti irrigui della piana del Fucino in Abruzzo. Queste opere rappresentano intorno all’11% del totale appaltato. Una percentuale un po’ più alta della metà di quella relativa al totale del mercato delle grandi opere (19%). Da segnalare come nel triennio siano state aggiudicate soltanto due opere che rientrano nella Legge obiettivo con ricorso al partenariato: il collegamento autostradale Brescia – Milano (BreBeMi) e la selezione dei soci privati per la gestione delle autostrade regionali del Lazio. Maggiore attenzione e dinamismo si registra per quanto riguarda la prima fase del Project Financing, quella della ricerca del promotore. Dall’Osservatorio Nazionale sul Project Financing - promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze da Unioncamere e dalla Camera di Commercio Roma e realizzato da AeT - Ambiente e Territorio, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con CRESME e Tecnocons – emergono 10 grandi opere che rientrano nel programma strategico regolamentato dalla Legge Obiettivo per un valore complessivo di 2 miliardi e 576 milioni di euro, pari al 26% del totale del valore delle grandi opere rientranti nella fase 1 del PF nel triennio. Delle 10 opere ben 8 riguardano infrastrutture di trasporto. Il bando più “vecchio” risale al 2002 e riguarda la linea 5 della metropolitana di Milano. Nel 2003 e nel 2004 una serie di altre opere di trasporto urbano su rotaia sono state poste in gara con questa procedura a Genova e a Modena; nel Veneto è partita la ricerca del promotore per la Pedemontana e per il terminal ferroviario a Isola della Scala nel Veronese. A completare il quadro (si veda elenco in appendice) la ricerca di promotore per le condotte idriche nel Molise e la ricerca di proposte per infrastrutture di supporto a insediamenti produttivi strategici richiamati nella Delibera quadro della Legge. Il PPP e la riqualificazione urbana Con la Riqualificazione Urbana vengono analizzate tutte quelle tipologie di opere realizzate in PPP che non rientrano negli interventi mirati all’erogazione di servizi essenziali (acqua, energia, illuminazione ma anche servizi cimiteriali e smaltimento rifiuti) e di base (trasporti, sanità e scolastico-sociale). Oltre al riassetto dei comparti urbani rientrano nella Riqualificazione Urbana l’arredo urbano e verde pubblico, beni culturali, commercio e artigianato, direzionale, centri polivalenti, impianti sportivi, tempo libero, turismo, approdi turistici e parcheggi. Nel 2004 il peso degli interventi di riqualificazione urbana all’interno del mercato complessivo dei Lavori Pubblici è stato del 33% come numero di iniziative e del 16% come valore pari a 6.582 milioni di euro e con un valore medio delle opere realizzate di circa 650.000 euro. Rispetto a questa quota le gare PPP rappresentano il 7% del numero e il 20% del valore pari a 1,3 miliardi di euro e a un valore medio di 4,5 milioni di euro. Da ciò emerge l’importanza della leva dei capitali privati per l’innalzamento del livello medio dell’investimento tra le opere di riqualificazione urbana. L’analisi delle diverse tipologie d’intervento incluse nel settore della riqualificazione urbana, con riferimento ai dati 2004 dell’Osservatorio, si configura più interessante aggregando queste ultime in quattro gruppi caratterizzati da specificità che consentono un’analisi omogenea (i contenitori urbani per le attività produttive e il tempo libero, i programmi urbani complessi, le infrastrutture per il turismo, l’arredo urbano e il verde pubblico). Nel 2004 il valore complessivo del gruppo dei contenitori urbani per le attività produttive e il tempo libero è stato di 2.172.198.723 euro, con un’incidenza del 67% rispetto al totale della riqualificazione urbana in PPP. Gli interventi sono stati 725, il 62% del totale. Il valore medio si attesta sui 4.488.014 di euro. La domanda di contenitori urbani risulta diffusa su tutto il territorio nazionale e il Nord è l’area che esprime il maggiore numero di inziative mentre il maggiore investimento risulta localizzato nel Mezzogiorno. Il valore complessivo del gruppo dei programmi urbani complessi rilevato nel 2004 è di 564.807.253 euro, con un’incidenza del 17,4 % rispetto al totale della riqualificazione urbana in PPP. In termini di numero si è avuto un totale di 125 interventi. Il valore medio delle opere è pari a 8.305.989. La distribuzione territoriale dei programmi urbani complessi evidenzia un gran fermento nelle regioni del Mezzogiorno. Nel 2004 il gruppo delle infrastrutture per il turismo si è distinto soprattutto - rispetto alla riqualificazione urbana in PPP nel suo complesso – per il valore medio delle iniziative più alto (pari a 9.261.270 euro), dovuto in particolare al segmento degli approdi turistici. Nell’intero anno sono stati avviati 73 interventi per un valore complessivo pari a 435.279.686 euro, che rappresentano il 13,4% in termini di valore rispetto al totale della riqualificazione urbana in PPP nel 2004. La domanda di infrastrutture per il turismo, al pari di quella per i programmi urbani complessi, è concentrata nelle regioni del Mezzogiorno. Infine il segmento dell’arredo urbano e verde pubblico, che risulta il gruppo di minor taglio d’importo medio, con 917.575 euro, ma tra i primi in termini di numerosità delle iniziative con 242 avvisi nell’anno. Il valore complessivo degli interventi monitorati in questo gruppo è stato nel 2004 di 74.323.585 euro, pari al 2,3%. Oltre la metà degli interventi censiti nel 2004 è localizzato nelle regioni del Nord.
03-03-2005
ultima modifica: giovedì 03 marzo 2005
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