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"Profit, non profit e pubblica amministrazione. Buone prassi di collaborazione": presentata una ricerca della CCIAA di Roma che evidenzia criticità e punti di forza

 

Roma, 18 ottobre 2011 - “Profit, non profit e pubblica amministrazione. Buone prassi di collaborazione”: questo il titolo della ricerca realizzata dall’Osservatorio sul Non profit della Camera di Commercio di Roma e che è stata presentata questa mattina al Tempio di Adriano.

La ricerca vuole dare un contributo a un tema di forte rilevanza sociale: la crisi degli attuali sistemi di welfare, causata dai pesanti tagli decisi dalle recenti manovre finanziarie e dai vincoli di bilancio. Queste forme di assistenza pubblica sono, sempre più spesso, insufficienti a garantire risposte adeguate a forme di povertà e disagio sociale, sempre più diffuse.

Lo studio della CCIAA di Roma - attraverso l’individuazione di strumenti utili a sviluppare forme di collaborazione e co-progettazione tra imprese profit, non profit e istituzioni locali - ha analizzato le forme di buone prassi che concorrono ad attivare comportamenti ‘virtuosi’ nell’ambito del tessuto economico provinciale. L’indagine, che si avvale di strumenti quali interviste a testimoni qualificati, rappresentanti dei tre settori e focus group, mette in risalto sia le criticità, che i punti di forza e le potenzialità delle pratiche di collaborazione prese in esame.
Tra i punti di debolezza emersi, sono da segnalare la presenza di barriere e diversità culturali tra i tre settori considerati (22,4%); cui si aggiunge la scarsa informazione e comunicazione con riferimento sia al tema della CSR (Corporate Social Responsibility) che della conoscenza reciproca tra ambiti (15,5%). Come ulteriore ostacolo allo sviluppo di forme di collaborazione virtuosa tra le parti, c’è la rigidità del quadro normativo di riferimento, che assume un peso pari al 16,4% e la carenza di competenze (12,9%), con riferimento sia al deficit imprenditoriale espresso dal settore non profit che alla debolezza di competenze/sensibilità sociali che manifesta il mondo delle imprese profit. Quanto, invece, ai punti di forza, un notevole peso è attribuito sia al protagonismo che al dinamismo degli organismi non profit (27,9%) che si ricollega alla capacità degli organismi di fare tesoro dell’alta motivazione e valorizzazione delle risorse umane di cui dispongono, ma anche alla vasta esperienza e al forte legame col territorio che li caratterizza. Segue, con valori di poco inferiori (21,8%), il dinamismo imprenditoriale, da intendersi come capacità del tessuto imprenditoriale provinciale di saper cogliere la concretezza delle nuove opportunità che si presentano.
Gli elementi descritti delineano un quadro piuttosto articolato che, complessivamente, rimanda allo sviluppo di un’economia civile, basata sulla valorizzazione delle risorse del territorio e sulla restituzione della ricchezza così prodotta alla comunità locale.
Il quadro provinciale mostra esempi di rilievo, ma si tratta pur sempre di processi sperimentali che vivono una fase ancora embrionale e necessitano dell’attivazione di una serie di strumenti di sostegno, quali ad esempio: accesso al credito, utilizzo della leva fiscale in termini premiali e introduzione di criteri di sostenibilità sociale e ambientale nelle scelte operate dalla Pubblica amministrazione.





Ufficio Stampa Camera di Commercio di Roma
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18-10-2011
ultima modifica: martedì 18 ottobre 2011
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