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Roma in cifre

25-07-2016
La performance delle strutture alberghiere romane: ricavi e prezzi medi di vendita sopra la media europea ma tassi di occupazione delle camere in ribasso nel 1° trimestre 2016

Secondo i dati raccolti dall’Ente Bilaterale Turismo del Lazio, l’andamento turistico registrato nel primo trimestre dell'anno in corso negli esercizi alberghieri della Città metropolitana di Roma fa segnare una sostanziale stazionarietà tendenziale sia nel volume degli arrivi, pari a 2.565.204 unità (-0,20%), sia nel numero di presenze che ammontano a 5.719.197 (+0,01%).

Analizzando il numero di arrivi per paese di provenienza si registra una lieve flessione della domanda italiana (-3,2%) al cospetto di una crescente attrattività di Roma nei confronti della clientela straniera (+2,4%), con una permanenza media (presenze/arrivi) che per gli stranieri risulta nettamente superiore a quella italiana, rispettivamente 2,6 e 1,8 notti trascorse negli alberghi romani.
Spostando l’attenzione sul fronte dell’offerta turistica e, nello specifico, del settore delle strutture ricettive alberghiere, il territorio provinciale romano conta oltre 1.250 alberghi per un totale di quasi 60 mila camere e 120 mila posti letto, la stragrande maggioranza dei quali (98.753 posti letto equivalenti all’84% del totale provinciale) ubicati all’interno dei confini comunali di Roma. L’articolazione delle strutture per categoria evidenzia una dominanza di alberghi a 3 stelle (503 unità; 40,2%) seguiti dagli esercizi a 4 stelle (344 unità; 27,5%) e a 2 stelle (241; 19,3%). Si fermano al 2,9% del totale provinciale le strutture a 5 stelle, la cui incidenza percentuale, tuttavia, sale al 7,3% se si considera l’offerta di posti letto (Graf. 1). La domanda italiana continua a manifestare preferenze di consumo per le strutture di fascia medio-bassa, a differenza della clientela straniera che si concentra su hotel upscale.

Al fine di comprendere meglio l’andamento economico del comparto ricettivo e studiare il posizionamento di Roma rispetto, non solo alle maggiori località turistiche italiane, ma anche alle principali capitali europee e mondiali, è fondamentale prendere in considerazione 3 tra i principali indicatori sintetici di performance utilizzati a livello internazionale:

• Occupancy (Occ): Camere vendute / camere disponibili (%);
• Average Daily Rate (ADR): Ricavi vendita camere / camere vendute (€);
• Revenue Per Available Room (RevPAR): Ricavi vendita camera / camera disponibili (€).

L’indice di Occupazione a Roma, pari al 53,6% (Graf. 2), si attesta nei primi tre mesi del 2016 al di sotto sia della media europea (61,1%), che dei valori registrati a Milano (59,8%) e Firenze (59,7%), risultando invece leggermente superiore al dato di Venezia (53,1%).
Va evidenziato il gap di quasi 20 punti percentuali tra la capitale italiana e Londra, dove il rapporto tra camere disponibili e vendute raggiunge la quota percentuale del 72,7.
Tra le capitali europee analizzate, i decrementi percentuali più elevati si registrano a Bruxelles (-9,8%) e Parigi (-8,5%), che risentono, con molta probabilità, dei timori suscitati dai recenti attentati terroristici subiti.
Dal quadro dei prezzi medi giornalieri di vendita si evince una sostanziale omogeneità tra le principali località italiane, se si esclude l’anomalia dell’hôtellerie di Venezia che registra un prezzo medio praticato di 237,7 euro e un RevPAR pari a 126,3 euro (Graf. 3), tra i più alti in Europa e secondo solo a Parigi (130,9 euro).
Il settore ricettivo londinese si conferma tra i più “costosi” d’Europa con un prezzo medio giornaliero che, nei primi tre mesi del 2016, si attesta a 161,9 euro (media Europa: 102,3) e un RevPAR di 117,7 euro (media Europa: 62,5).
Spostando l’attenzione fuori dai confini europei, le performance economiche di metropoli quali Tokyo e New York sembrano evidenziare un maggior grado di efficienza, soprattutto in considerazione di tassi di occupazione, rispettivamente del 82,3% e 77,4% (Graf. 2), che vanno ben oltre il valore della capitale.

ultima modifica: lunedì 25 luglio 2016