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Settima Giornata dell'Economia: presentazione dei dati economici di Roma e provincia

“La congiuntura economica negativa si sente, ma Roma tiene. Nel primo trimestre 2009 è la prima provincia italiana per tasso di crescita delle imprese con un +0,18%” Roma, 8 maggio 2009 - L’aggravarsi della congiuntura economica negli ultimi mesi del 2008 e a inizio 2009, ha avuto ripercussioni negative anche sul tessuto economico di Roma e Provincia. La nostra realtà produttiva ha mostrato una buona solidità con indicatori che, nonostante siano stati in flessione rispetto agli anni precedenti, hanno comunque fatto segnare andamenti migliori rispetto a quelli registrati a livello nazionale. La congiuntura economica negativa ha portato a un diffuso ridimensionamento dei programmi di assunzione delle imprese private extra agricole per l’anno in corso. In particolare, per quanto attiene alla provincia di Roma il saldo occupazionale del 2009, in base alle previsioni Excelsior-Unioncamere, è negativo e risulta pari a 14mila unità (circa -1,6% in termini relativi contro il corrispondente dato nazionale pari a -1,9%). Questo saldo è determinato prevalentemente da una riduzione dei flussi occupazionali in entrata piuttosto che da un incremento delle uscite. Tale ridimensionamento delle assunzioni deriva, in particolare, dal mancato rinnovo di contratti a termine, dal blocco parziale o totale del naturale turnover per pensionamento e interessa soprattutto figure operaie e il personale non qualificato. Il sistema imprenditoriale Le imprese registrate in provincia di Roma al 31 marzo 2009 sono risultate 428.865, pari al 7,1% del totale delle imprese italiane. Il primo trimestre 2009 segna un aumento del numero delle imprese (il saldo è pari a +780 imprese) e Roma è la prima provincia italiana per tasso di crescita con un +0,18%. Solo 5 province hanno un tasso di crescita positivo (oltre a Roma, Crotone, Siracusa, Latina e Milano con lo 0,03%). Al fine di evitare fenomeni di stagionalità legati all’andamento di un singolo trimestre, è stata sviluppata l’analisi del sistema delle imprese di Roma e provincia relativa al 2008. Le imprese registrate in provincia di Roma al 31 dicembre 2008 risultavano essere 428.164 per un aumento della consistenza della base imprenditoriale pari al +1,7% rispetto al 2007. L’analisi dei flussi consente di rilevare un saldo tra iscrizioni e cessazioni - al netto delle cancellazioni prodotte da interventi di natura strettamente amministrativa - pari a 7.964 unità che, oltre a porre Roma al vertice della graduatoria delle province per consistenza del saldo, ha determinato un tasso di crescita del +1,9% che, sebbene in frenata rispetto a quello del 2007 (+2,7%), risulta comunque superiore a quello nazionale (+0,6%), anch’esso in tendenziale diminuzione. Scomponendo il saldo provinciale con riferimento alla forma giuridica delle imprese si rileva come siano state le società di capitale a sostenere pressoché totalmente la dinamica di sviluppo con +7.014 unità, per un tasso di crescita ad esse riferito pari al +4,2%, effetto della marcata superiorità del relativo quoziente di natalità (7,1%) rispetto al quoziente di mortalità (2,9%). L’evoluzione appena descritta ha determinato la circostanza che vede, per la prima volta in provincia di Roma, le società di capitale sopravanzare per numerosità (172.886 imprese) le imprese individuali (169.790 unità), tradizionalmente “zoccolo duro” del sistema produttivo provinciale ma, per definizione, caratterizzate da una maggiore “permeabilità” alle situazioni di crisi, vista la più fragile solidità patrimoniale. L’andamento dei fallimenti Tenendo in considerazione che il momento dell’iscrizione del fallimento nel Registro delle Imprese ritrae la fine di un percorso e quindi evidenzia difficoltà che risalgono con tutta probabilità a un periodo compreso tra i sei e i dodici mesi precedenti, il dato provinciale del primo trimestre 2009 evidenzia per Roma un numero di aperture di procedure fallimentari pari a 210, contro le 169 dell’omologo periodo dell’anno precedente. L’aumento riscontrato, pari al 24,2%, è comunque notevolmente inferiore a quello medio nazionale che supera la percentuale del 46%. Pil pro-capite Nel 2008, il Pil pro-capite è stato pari, a Roma e Provincia, a 33.938 euro. Roma, nella classifica italiana per province, si colloca al terzo posto dopo Milano (39.911 euro) e Bologna (36.361 euro). La media nazionale è pari a 26.279 euro. L’imprenditoria femminile In provincia di Roma le imprese femminili (considerate le tre diverse tipologie di partecipazione: maggioritaria, forte ed esclusiva), al 31 dicembre 2008, erano 95.630 (+2,7%), pari al 6,7% delle imprese femminili in Italia, la cui variazione rispetto al 2007 si è invece attestata al +0,2%. Oltre 90mila imprese romane registravano una presenza esclusiva di donne nella gestione aziendale e, di queste, poco meno della metà erano esercitate in forma di impresa individuale, con a capo altrettante donne titolari. Le imprese femminili esercitate in forma di società di capitale ammontavano, invece, a 30.640 unità, di cui oltre 28mila a partecipazione femminile esclusiva. La distribuzione delle imprese femminili per settore di attività economica si caratterizza per la maggiore concentrazione nei servizi (75,9%) rispetto alla composizione del sistema produttivo provinciale, con percentuali superiori a quelle medie provinciali registrate nel commercio (33,6%), nei servizi alle imprese (16,5%) e negli altri servizi pubblici, sociali e personali (10%). L’imprenditoria straniera Altra componente importante è quella dell’imprenditoria straniera che vede, nel 2008, quasi 29mila tra titolari e soci stranieri, di cui: 8 mila comunitari e 21 mila non-comunitari. Circoscrivendo l’analisi alle cariche più direttamente coinvolte nell’attività imprenditoriale, l’aggregato dei 28.648 titolari e soci stranieri risulta composto, come nel 2007, prevalentemente da romeni (16,9%), bengalesi (13,3%), cinesi (9,0%), egiziani (6,5%) e marocchini (6,3%), cui seguono le altre nazionalità rappresentate con meno di 1.000 soggetti. L’analisi delle attività di impresa esercitate evidenzia le diverse specializzazioni: i romeni (76,8%), così come i polacchi, gli albanesi e i moldavi, con percentuali simili, operano nel comparto delle Costruzioni; i bengalesi sono maggiormente presenti nel commercio (64,3%) quanto i cinesi (67,3%) e i marocchini (83,4%); diversa la situazione degli egiziani la cui distribuzione tra le attività economiche risulta meno polarizzata. L’artigianato Nel 2008 il numero delle imprese artigiane iscritte nell’Albo provinciale è stato di 70.286 unità (+2,7%), venendo a rappresentare il 16,4% dell’intero apparato produttivo romano, quota accresciuta di 0,2 punti rispetto all’anno precedente. Il saldo annuale tra iscrizioni e cessazioni è risultato positivo per 1.870 unità ed è stato determinato sostanzialmente (71,6%) dal comparto delle costru¬zioni. Le uniche eccezioni con saldo negativo e numerosità statistica rilevante si rilevano nei settori di attività economica del commercio (-193 imprese) e alberghi e ristoranti (-27 imprese). Benché ancora l’84% delle imprese artigiane sia esercitata in forma di impresa individuale (83,9% nel 2007), l’aumento relativo in quota più consistente (0,3 punti) è stato realizzato dalle società di capitale che rappresentano, in ogni caso, soltanto il 2,7% dell’imprenditoria artigiana. Il mercato del lavoro Nel 2008 torna a crescere il tasso di disoccupazione provinciale che si è attestato al 7% (cfr. Italia 6,7%) dal 5,8% del 2007 (cfr. Italia 6,1%). Continua, comunque, anche l’accrescimento del numero di occupati in provincia di Roma pari a 1.698.000: circa 22mila unità lavorative in più rispetto all’anno precedente, per un tasso di occupazione che sale di 0,7 punti e si attesta al 62,6%, a fronte di un tasso nazionale praticamente immutato (58,7%). Il turismo Nel 2008 il settore turistico romano non è stato indenne dagli effetti della crisi economica internazionale. A differenza di quanto avvenuto negli ultimi anni, è stata registrata, infatti, una flessione della domanda turistica sia interna che estera. Secondo i dati pubblicati dall’Ente Bilaterale del Turismo Lazio, per l’anno 2008 gli arrivi sono stati 11.958.554 (-3,4% rispetto al 2007) mentre le presenze sono state 29.716.182 (-3,8%), per un tasso di permanenza media nelle strutture - espresso dal rapporto tra presenze ed arrivi - pari a 2,5 giorni, in leggera crescita rispetto allo scorso anno. Il bilancio negativo ha, però, riguardato in particolare gli esercizi alberghieri che, rispetto al 2007, hanno registrato una flessione del 5,2% negli arrivi e del 5,6% nelle presenze mentre, al contrario, le strutture ricettive complementari (campeggi, bed and breakfast, case vacanza, agriturismo) chiudono il 2008 con cifre positive: +4,5% gli arrivi e +2,4% le presenze nell’area romana. Il commercio internazionale Nel 2008 l’export romano ha raggiunto il valore complessivo di 7,8 miliardi di euro: +14,3% rispetto al 2007 (cfr. Italia +0,3%). I settori prevalenti nelle esportazioni si confermano quelli della chimica, gomma e plastica, pari al 42,5% dell’export provinciale e quello metalmeccanico con una quota pari al 31,2%. La principale area di destinazione è l’Unione Europea a 27 che assorbe il 41% delle esportazioni complessive. In particolare: Germania (11%) e Regno Unito (5,6%). Buono anche l’export verso l’America settentrionale (16% del totale) e il Vicino e Medio Oriente (9,7%). Le importazioni provinciali nel 2008, con 21,5 miliardi di euro scendono del 3,5% rispetto al 2007, in controtendenza con il dato nazionale (+1,1%). Il saldo commerciale di Roma e provincia è comunque ancora negativo (13,7 miliardi il deficit), nonostante la buona performance dell’export. N.B. Altri approfondimenti tematici sono contenuti in un apposito dossier reperibile sul sito web www.rm.camcom.it all’interno della sezione “Studi e Ricerche”. Ufficio Stampa Camera di Commercio di Roma Tel. 06-6781178 - Email: ufficiostampa@assetcamera.it

08-05-2009
ultima modifica: mercoledì 16 dicembre 2009
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