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Gli immigrati nell'economia romana: lavoro, imprenditoria, risparmio, rimesse
La ricerca “Gli immigrati nell’economia romana: lavoro, imprenditoria, risparmio, rimesse” presentata oggi, frutto della collaborazione tra la Camera di Commercio di Roma e la Caritas, ha avuto come obiettivo quello di studiare l’impatto economico degli immigrati nella Capitale, nella consapevolezza che essi non rappresentano unicamente un grande fenomeno sociale ma anche una componente strutturale dell’economia cittadina. Inserimento lavorativo, caratteristiche strutturali e specializzazione economica delle attività di lavoro autonomo svolte dagli immigrati, imprenditorialità emergente ed entità dei flussi finanziari generati dalle rimesse verso i paesi di origine sono stati i principali argomenti trattati. La ricerca si basa in gran parte sugli apporti di natura statistica forniti dalle edizioni annuali del Dossier Statistico Immigrazione della Caritas e di ulteriori ricerche condotte appositamente, nonché, relativamente al lavoro autonomo, sui dati del sistema informativo delle Camere di Commercio. A partire dagli anni ’70 l’area romana è stata e continua ad essere il primo polo di attrazione dell’immigrazione in Italia dove pertanto gli immigrati hanno maturato una maggiore anzianità di soggiorno. Oggi la presenza degli immigrati nel Lazio è per nove decimi concentrata nella provincia di Roma ed altrettanto avviene nel Comune di Roma per quanto riguarda gli altri comuni della provincia. Dato rilevante è che la maggior parte degli immigrati che soggiornano a Roma (70% del totale) lo è per motivi stabili, legati al lavoro e alla famiglia. I primi tre gruppi per presenza sono attualmente quello dei filippini, dei romeni e dei polacchi. Il gruppo dei filippini è il primo nella provincia di Roma, con 23.000 presenze (1 ogni 10 immigrati) e concentra quasi in esclusiva nella Capitale la propria presenza nel Lazio. La stessa concentrazione riguarda gli immigrati provenienti dal Bangladesh, Egitto e Perù mentre a livello regionale il primo gruppo è, seppure per poche centinaia di unità, quello romeno. Se si riflette sulla tipologia dei motivi di soggiorno, escludendo dal calcolo i religiosi, nella Capitale le presenze per motivi di lavoro subordinato fanno rilevare una percentuale più alta rispetto alla media italiana. I settori di impiego prevalente sono il turismo (un terzo delle assunzioni), le pulizie, l’edilizia, il commercio e, al di fuori del Comune di Roma, anche l’agricoltura. Ma c’è un altro fenomeno che si è andato costantemente affermando, la tendenza all’inserimento nel settore del lavoro autonomo, collegata al desiderio di superare l’inquadramento degli immigrati come forze di riserva per l’industria, per giunta nelle mansioni più basse, e di sperimentare in proprio la possibilità di emergere e di migliorare la propria situazione economica. In Provincia di Roma i soggetti stranieri iscritti alla Camera di Commercio come titolari di impresa o come soci (13.367 nel 2002) sono così ripartiti per anzianità di iscrizione: 3,4% prima del 1980, 12,6% negli anni ’80, 38,9 % negli anni ’90, e 45,1% dal 2000 ad oggi. La ditta individuale rappresenta la forma maggiormente scelta nella conduzione di impresa (67,2% dei casi). Le società di persone, in particolare nel settore commerciale ed alberghiero, sono l’altra tipologia più diffusa di imprenditoria tra gli stranieri. Ogni 100 titolari e soci di impresa presenti nella Provincia di Roma, 55,4 operano nel settore dei servizi, di cui 34,8 in quello del commercio, 26,0 in quello dell’industria e 2 in quello agricolo della caccia e della pesca. Per lo più si tratta di iniziative imprenditoriali rivolte all’intera popolazione residente, anche in considerazione della scarsa remuneratività dei solo mercati “etnici” (importazione e vendita di prodotti di artigianato, abbigliamento, alimentari). Nella provincia di Roma gli imprenditori nati in Cina, operanti prevalentemente nel settore commerciale e della ristorazione sono al primo posto con 1.284 cariche relative a titolari e soci. Il secondo posto è occupato dagli imprenditori nati in Romania, attivi soprattutto nel campo delle costruzioni. La ricerca fornisce dati che segnalano anche le criticità esistenti e gli ostacoli ancora da superare per realizzare condizioni ottimali di convivenza tra più culture all’interno del tessuto economico-sociale romano. Tra questi ostacoli c’è l’alto livello di irregolarità nei rapporti di lavoro, la difficoltà nel riconoscimento dei titoli di studio, le difficoltà legate alla lingua oltre alle necessità di qualificazione o riqualificazione. Sul tema del risparmio e delle rimesse, la ricerca analizza diversi aspetti (motivazioni, modalità e destinazioni) segnalando che la quota delle rimesse nei Paesi di origine spettante alla Provincia di Roma (oltre 250 milioni di euro nel 2001) è pari ad un terzo del totale italiano.
26-01-2004
ultima modifica: lunedì 26 gennaio 2004
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