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Il Mercato Immobiliare non residenziale in Italia e a Roma
Sintesi per la stampa N. 2 I caratteri del patrimonio non residenziale italiano nel confronto europeo Roma,giugno 2004 1. STOCK EDILIZIO ITALIANO E EUROPEO: UN PAESE INDUSTRIALE E DEL COMMERCIO AL MINUTO Sulla base dell’analisi condotta dal Cresme, con la collaborazione del Bipe per la Francia, dell’IFO per la Germania, dell’Itec per la Spagna e di CFR per il Regno Unito, nel 2000 l’Italia risulta essere, in termini di volumetrie, il secondo paese europeo per stock non residenziale: 1,2 milioni di metri quadri, mentre la Germania vanta 1,9 milioni di metri quadri e la Francia 1,1 milioni di metri quadri. In Italia il patrimonio edilizio non residenziale rappresenta il 36% dell’intero stock edilizio, contro il 38% della Germania, il 33% della Francia e il 30% della Spagna e del Regno Unito. La quota maggiore di superficie non residenziale italiana è destinata ad uso industriale o produttivo ed ammonta a 520 milioni di metri quadri, certo inferiore ai 651 milioni di metri quadri della Germania, ma pari al doppio della superficie destinata alle attività produttive in Francia e nel Regno Unito. Il sistema di piccola e media impresa e la diffusione delle attività produttive sul territorio comporta una quota pro capite di volumetria industriale assai maggiore di quella di tutti gli altri paesi europei: 9,1 metri quadri di capannoni pro capite per gli italiani, contro i 7,9 della Germania e i 4,5 della Francia. Ma ancor più nel settore commerciale, con la diffusione del commercio al dettaglio nel nostro paese e la concentrazione della grande distribuzione in Europa, le superfici destinate all’attività commerciale toccano, in Italia, i 3,7 metri quadri pro capite, che va confrontato con i 2,7 metri quadri pro capite della Francia e ai 2,6 metri quadri della Germania. 1.1. Il ritardo dello sport e della cultura In testa, nel confronto europeo, per volumetrie commerciali e industriali, l’Italia risulta, di contro, in posizioni di rincalzo nella dotazione di capitale fisso edilizio non residenziale destinato alla logistica e allo stoccaggio, e di attività di servizio quali l’istruzione e la sanità, mentre appare in grave ritardo per quanto riguarda la dotazione di edifici e impianti destinati allo sport e alla cultura. Per quanto riguarda la logistica e lo stoccaggio delle merci la stima della superficie pro capite colloca l’Italia con 1,3 metri quadri, sul livello della Germania, ma ben distante dai 2 metri quadri pro capite della Francia (e la Spagna vanta 1,7 metri quadri procapite). Nell’edilizia scolastica la dotazione pro capite in Italia è di 1,5 metri quadri, contro i 2,4 della Francia e l’1,6 della Spagna; nella sanità si scende a 1,2 metri quadri pro capite, contro 1,4 metri quadri della Francia e 1,3 metri quadri della Germania. Ma il ritardo maggiore nel nostro paese si registra negli immobili destinati alle attività sportive, culturali e alle telecomunicazioni: solo 0,6 metri quadri pro capite, contro i 2,7 metri quadri della Germania, l’1,4 della Francia, l’1,2 del regno Unito e l’1,0 della Spagna. Un paese industriale e di vendita al minuto, che è ritardo in alcuni servizi pubblici che non rispettano gli standard europei. 1.2. Due Italie: l’Italia non residenziale e l’Italia residenziale L’analisi comparata della dotazione di edilizia non residenziale del nostro paese con quella dei principali partner europei deve anche tenere conto delle profonde differenze che caratterizzano il nostro territorio. Una analisi più puntuale, condotta a partire dai dati censuari del 2001, consente infatti un’articolazione regionale delle superfici occupate pro capite per settore di attività economica, dalla quale emerge un mezzogiorno meno industrializzato, ma anche con minori superfici destinate alla vendita, minori superfici destinate ai servizi alle persone e minori superfici per i servizi alla produzione. Un mezzogiorno dove le funzioni non residenziali sembrano ancora in ritardo rispetto al peso occupazionale rivestito. Appare infatti evidente, utilizzando un parametro che deriva dall’analisi dei dati censuari 1991 e 2001, come lo stock non residenziale pro capite del sud e delle isole sia pari a un terzo di quello del nord-est e la metà di quello del centro. Dall’analisi emerge come nel nord-est vi siano 30,5 metri quadri pro capite di edilizia non residenziale, nel nord ovest più di 26,5 metri quadri, nel centro 20,6, nel sud 12,7 e nelle isole 11,6. Si evidenzia così, nonostante le dinamiche positive degli ultimi anni, la monofunzionalità residenziale del mezzogiorno e il ritardo nella dotazione non residenziale. L’analisi della dotazione di capitale fisso edilizio non residenziale esalta, per altro, alcune caratteristiche economiche del nostro paese ed evidenzia in modo molto chiaro il diverso peso che ancor oggi esiste nella dotazione di edifici destinati all’attività industriale (14,1 metri quadri pro capite nel nord-est, 11,8 nel nord ovest, 7,3 nel centro, 4,4 nel sud e 3,2 nelle isole), ma anche a quelle commerciali e dei servizi di produzione. Mentre appare minore il ritardo degli edifici destinati ai servizi alla persona. Ufficio Stampa CCIAA di Roma Direttore Massimiliano Colella Giorgia Mirkos tel. 066781178 – 066795937 - fax 066786521 e-mail: massimiliano.colella@rm.camcom.it giorgia.mirkos@rm.camcom.it sito internet: www.rm.camcom.it
01-07-2004
ultima modifica: giovedì 01 luglio 2004
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