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Convegno `Italian Carbon Fund - Presentazione del Fondo Italiano per le riduzioni dei gas serra`
Settore: Convegno `Italian Carbon Fund`
Il cambiamento climatico del pianeta mina la capacità di perseguire uno sviluppo sostenibile. E’ dunque necessario uno sforzo straordinario e globale per ridurre l’incidenza delle emissioni di anidride carbonica. Senza un’azione comune si stima un aumento della temperatura media del pianeta tra 1,4 e 5,8 gradi Celsius nel secolo XXI con conseguenti gravi pericoli ambientali per il futuro dell’umanità. Ruolo e obiettivi dell’Italian Carbon Fund (ICF) Il Fondo, in linea con i meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto e dall’Unione Europea, sostiene, tramite operazioni di Carbon Finance, iniziative in grado di generare riduzioni di emissioni di gas serra. L’Italian Carbon Fund nasce da un accordo concluso tra Ministero dell’Ambiente e Banca Mondiale e prevede la possibilità di acquistare riduzioni di emissioni investendo in progetti che apportino benefici all’ambiente e impieghino tecnologie sostenibili nei Paesi in via di sviluppo o con economie in transizione. Il Fondo è aperto alla partecipazione di aziende private e pubbliche italiane, che possono in tal modo acquistare crediti per la riduzione delle emissioni prodotte e così rispettare gli obiettivi di riduzione. L’Italian Carbon Fund è stato progettato come un fondo fiduciario amministrato dalla Banca Mondiale tramite la sua Fund Management Unit (FMU). Ad oggi il contributo di avvio è stato versato dal Ministero dell’Ambiente con 40 milioni di dollari; i gestori del Fondo si aspettano di raggiungere 80-100 milioni entro il 2006. I partecipanti al Fondo riceveranno una quota parte delle riduzioni di emissioni, proporzionale al contributo dato (pro rata), generate da progetti che il Fondo contribuisce a finanziare. Il contributo minimo previsto è di un milione di dollari rateizzabile. A fine vita del Fondo, il capitale restante sarà distribuito ai partecipanti secondo le quote di contribuzione, a meno di altri accordi con la Banca Mondiale. Ci si aspetta che il Fondo inizi già nel 2005-2006 a rilasciare riduzioni di emissioni, fino al 60% del totale delle riduzioni di emissioni generate al 2012. “L’Italian Carbon Fund - ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli - è uno strumento innovativo per ridurre i costi di abbattimento dell’anidride carbonica e nello stesso tempo favorire e sostenere gli investimenti delle imprese italiane all’estero nello sviluppo di tecnologie ed energie pulite ed in progetti di forestazione. Esso quindi serve per attrezzare il nostro paese a rispettare gli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto con i minori costi e i migliori risultati economici e ambientali”. “L’integrazione del concetto di sostenibilità nell’agire economico - spiega Paolo Buzzetti, Presidente di AeT - Ambiente e Territorio, Azienda Speciale della CCIAA di Roma, è uno dei cardini della responsabilità che un’impresa deve avere nei confronti del suo territorio di riferimento e non è un caso che il Protocollo di Kyoto preveda il coinvolgimento a pieno titolo dei sistemi imprenditoriali. Promuovere e accompagnare lo sviluppo del sistema imprenditoriale in questo senso è fortemente insito nel ruolo istituzionale del Sistema Camerale. Siamo quindi stati pronti a rispondere immediatamente alla sollecitazione del Ministero dell’Ambiente e della Banca Mondiale per promuovere e realizzare congiuntamente questa iniziativa. L’avvio dell’ICF - conclude Buzzetti - consentirà al sistema industriale italiano di conoscere e utilizzare i meccanismi della Carbon Finance per la regolamentazione dell’emissione dei gas serra a livello globale”. “Al ministero italiano dell’Ambiente e del Territorio - spiega Ken Newcombe, Senior Manager della Banca Mondiale - viene riconosciuta la capacità di aver intravisto le potenzialità del carbon market e dei Cdm. Attraverso il Carbon Fund, alle aziende del settore privato è data la possibilità di acquistare a costi competitivi riduzioni di emissioni da progetti in Paesi in via sviluppo e con economie in transizione”. Strumenti esistenti per contrastare l’“effetto serra” Protocollo di Kyoto:
  • adottato nel 1997 da 178 Paesi. L’accordo prevedeva l’entrata in vigore a seguito della ratifica di un numero di paesi che comprendessero il 55% del livello di emissioni del 1990, cosa che è avvenuta con l’adesione della Russia nel 2004. Il Protocollo è dunque in vigore dal 16 febbraio 2005
  • i Paesi che aderiscono dovranno ridurre o limitare le proprie emissioni per arrivare, tra il 2008 e il 2012, a una riduzione complessiva di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990;
  • vari i meccanismi di riduzione individuati, tra i quali quello della Carbone Finance.
Lo schema di Emissions Trading (ETS) dell’UE:
  • imposizione di un tetto massimo di emissioni di CO2 da medie e grandi sorgenti fisse, implementata attraverso Piani di Allocazione Nazionale. Sono circa 15.000 gli impianti interessati in Europa, di cui circa 2.900 in Italia;
  • due le fasi di attuazione previste: 2005-2007 (pilota) e 2008-2012.
Il Convegno è promosso dal Ministero dell’Ambiente e del Territorio, dalla Camera di Commercio di Roma tramite l’Azienda Speciale AeT – Ambiente e Territorio e dalla Banca Mondiale. Ufficio Stampa CCIAA Roma Direttore: Massimiliano Colella Giorgia Mirkos - Massimo Piagnani tel. 06 6781178 - 6795941 339-6919906 massimiliano.colella@rm.camcom.it, giorgia.mirkos@rm.camcom.it, m.piagnani@promoroma.com
31-03-2005
ultima modifica: giovedì 31 marzo 2005
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