La fotografia scattata al 26 ottobre mostra, in Italia, un saldo di 4.756 startup innovative iscritte alla speciale sezione del Registro delle Imprese. La Regione più “innovativa” risulta essere la Lombardia che conta ben 1.031 unità, seguita dall’Emilia Romagna (551) e dal Lazio, che vede la presenza di 464 startup.
Il fenomeno è rilevato in progressiva crescita: dall’inizio del 2015 la consistenza delle startup innovative presenti sul territorio nazionale è aumentata di ben 1.577 unità (+49,6%); in linea con l’andamento nazionale risulta anche l’incremento percentuale in provincia di Roma (+49,8%) dove, al 26 ottobre 2015, si contano 397 imprese iscritte alla speciale sezione, il 93% delle quali con sede nella Capitale.
Si tratta, perlopiù, di società di piccole dimensioni – la maggioranza di queste dichiara un numero di addetti inferiore alle 4 unità – costituite per l’83,6% del totale in forma di “Società a Responsabilità Limitata” e con un ammontare del capitale sociale che per il 90% dei casi è inferiore ai 50 mila euro.
Con riferimento alle 205 startup delle quali si può disporre dei bilanci di esercizio 2014, l’analisi dell’ammontare del valore prodotto nell’ultimo anno evidenzia come quasi il 70% di esse si posizioni sotto la soglia dei 100 mila euro, mentre il 28,3% ha fatto registrare un valore della produzione interno all’intervallo compreso tra 100 mila e 500 mila euro.
Il quadro delle macroattività più diffuse mostra come circa l’85,6% delle startup romane (75,8% in Italia) operi nel settore dei Servizi; in particolare prevalgono, sia a livello locale che nazionale, le specializzazioni nelle attività economiche indicate di seguito:
• “Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse” (Roma: 131 unità; Italia: 1.434 unità);
• “Ricerca scientifica e sviluppo” (Roma: 61 unità; Italia: 734 unità);
• “Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici” (Roma: 44 unità; Italia: 387 unità).
In proposito, a Roma i valori delle tre maggiori specializzazioni raggiungono, nel complesso, quota 59,5%: il dato è tanto più significativo se si considera che, in termini di incidenza relativa sul totale, la quota provinciale delle startup innovative che hanno scelto il campo delle attività informatiche o di ricerca scientifica, supera quella nazionale di quasi 5 punti percentuali (53,7%).